In un'epoca dominata dai motori turbo e ibridi, in cui i grandi costruttori di Supercar stanno iniziando a pensare ad una supersportiva elettrica, c'è chi preferisce rimanere fedele al tradizionale V12 aspirato: così nasce l'Apollo IE, Intensa Emozione.
Il piccolo costruttore tedesco fondato da Roland Gumbert, ex capo di Audi Sport, torna dopo il fallimento del 2013 grazie ad un uomo di affari di Hong Kong e lo fa in grande stile.
Creata per i puristi, per tutti quelli che, come me, non si rassegnano all'idea di un futuro totalmente elettrico, questa Supercar abbina un design estremo e forme avveniristiche, con un ritorno al passato per quanto riguarda la meccanica.
E' una vettura dalle linee estremamente aggressive, con un enorme alettone posteriore, un amplio splitter, tre terminali di scarico che riprendono il design dei gruppi ottici posteriori, un estrattore che sembra provenire dal mondo delle corse e fanali a led, sia posteriori che anteriori.
E' dotata di un telaio monoscocca in fibra di carbonio, materiale che ricopre quasi tutta la carrozzeria, di un impianto frenante Brembo in materiale composito e dischi carboceramici, altezza da terra variabile e sospensioni da corsa, di derivazione F1.
Gli ammortizzatori sono regolabili, così come il controllo della trazione e la mappatura del motore: normale, per il bagnato o per la pista.
Dietro l'abitacolo, in posizione centrale, si trova il V12 aspirato da 6,3 litri, capace di erogare la bellezza di 780 CV a 9000 giri/min e 760 NM di coppia.
Il potente propulsore, sviluppato in collaborazione con l'azienda italiana Autotecnica Motori, e un peso di soli 1250 kg dato dall'aerodinamica e dall'uso massiccio della fibra di carbonio, permettono uno scatto 0-100 in appena 2,7 secondi, per una velocità massima di 335 km/h.
Il cambio è sequenziale a 6 rapporti, con le classiche palette integrate nel volante, e trazione posteriore. Per aiutare a gestire l'esubero di potenza sulle sole ruote posteriori, la vettura è dotata di un traction control con 12 livelli di regolazione.
Per quanto riguarda gli interni, Apollo non ha badato a spese: l'abitacolo è lussuoso con sedili sportivi in pelle di qualità altissima, cruscotto con fibra di carbonio a vista e un enorme schermo touch sul tetto con alcuni controlli secondari, fra cui quelli che regolano la luminosità all'interno dell'abitacolo e il climatizzatore.
La produzione è limitata a soli 10 esemplari, tutti omologati per la strada, con un costo di 2,3 milioni di euro, che include corsi di guida e il programma Time Attack, un tour fra i più importanti circuiti europei per permettere ai pochi fortunati clienti di testare la vettura al limite.
Le prime consegne sono previste a inizio 2019.
Concludo con un aneddoto: il nome di questa incredibile Supercar è un richiamo al dio greco del Sole e il suo fondatore ha deciso di chiamarla così poiché aspira ad essere un faro di luce per l'industria dell'auto. Ferrari, Lamborghini, Porsche e Co. siete avvisate!