Sin dal 1991 il responsabile della Ricerca & Sviluppo Porsche, Horst Marchart, ritenne che fosse arrivato il momento di realizzare un modello sportivo di accesso alla gamma della Casa tedesca, che condividesse il maggior numero possibile di componenti con la futura Porsche 911 996.
La decisione definitiva circa la realizzazione della Boxster giunse agli inizi del 1992, allorquando l'A.D. della Casa di Stoccarda - Arno Bohn - annunciò la cancellazione del progetto di una berlina a quattro porte (la mai realizzata '989') e confermò invece gli investimenti necessari alla realizzazione di una roadster a due posti, coerente con lo spirito originario della Porsche, quindi a motore posteriore/centrale nonché dotata di propulsore al 100% Porsche, per non ripetere l'esperienza commercialmente negativa delle Porsche 924 e derivate (con meccanica di origine Audi).
Lo stile della futura roadster, influenzato da alcune vetture da competizione Porsche del passato, come la Porsche 550 e la Porsche 718, venne definito dal responsabile del design (Harm Lagaay) sulla base del modello realizzato dall'americano Grant Larson.
Il prototipo della Boxster, privo di propulsore e relativa meccanica, venne esibito per la prima volta al salone dell'auto di Detroit del 1993: si trattava del primo modello della Casa tedesca completamente nuovo dopo 19 anni, ricalcando lo schema della prima Porsche 356 realizzata a Gmund da Ferry Porsche (356-001), vale a dire roadster a due posti secchi e motore in posizione centrale.
La Boxster avrebbe infatti dovuto colmare una grande lacuna nella propria gamma: vale a dire una roadster sportiva da collocare al di sotto della Porsche 911 993, quest'ultima tra l'altro in vistoso calo di vendite negli ultimi anni, specialmente nell'importante mercato USA. Altro obiettivo del nuovo modello era allargare la clientela del Marchio verso il basso, ma senza rinnegare i valori che avevano portato al successo la Porsche 356.
Il prototipo, attualmente conservato presso il Porsche Museum di Stoccarda, destò grandissimo interesse presso pubblico e stampa specializzata, sia al salone di Detroit che al salone di Ginevra.
La vettura definitiva, presentata nel marzo 1996 (sigla interna di progetto: 986) ed entrata in produzione il 18 agosto dello stesso anno, presentava numerose differenze estetiche rispetto al prototipo, specie all'esterno, nonché dimensioni e peso maggiori a causa dell'adeguamento alle normative in materia di sicurezza e inquinamento ed all'aggiunta degli accessori indispensabili per l'omologazione stradale.
La Boxster definitiva risulta circa 30 cm più lunga del prototipo principalmente a causa dell'aumento della cubatura dei due bagagliai, indispensabile per permetterne un utilizzo pratico.
La denominazione "Boxster", come affermato dalla Casa, deriva dalla fusione di due termini, legati alle caratteristiche intrinseche della vettura: il Motore boxer (motore a cilindri contrapposti) disposto in posizione centrale e la natura di roadster sportiva a due posti secchi. Da notare che si tratta del primo veicolo nella storia della casa a non avere una denominazione numerica e lo stesso varrà anche per i modelli successivi.
La nuova vettura fu la prima Porsche con propulsore raffreddato a liquido e motore centrale; per l'occasione vennero introdotti un nuovo telaio ed un nuovo design (questi ultimi poi ripresi dalla Porsche 996 che entrerà in produzione nel 1998); i due team di progettazione delle 986 e 996 lavorarono infatti in parallelo ed a stretto contatto.
Nel periodo 1996 - 1999 a spingere la Boxster è un motore a cilindri contrapposti da 2,5 litri, raffreddato a liquido e strettamente imparentato al 3,4 litri della futura 996, avente doppio albero a camme per ciascuna delle due bancate, 6 cilindri e testate a 4 valvole per cilindro, in grado di sviluppare 204 CV che trasferisce alle ruote posteriori attraverso un cambio manuale a 5 marce (di serie) o un cambio automatico-sequenziale Tiptronic, sempre a 5 marce, su richiesta.
Il telaio è analogo a quello che sarà utilizzato per la nuova 996 che entrerà in produzione nel 1998, opportunamente adattato per accogliere il motore centrale. L'utilizzo del maggior numero possibile di componenti in comune permette una cospicua riduzione dei costi di produzione.
La capote è semiautomatica (sgancio manuale e movimento elettrico) in tessuto a tre strati, con un tempo per l'apertura o la chiusura di 12 secondi, tra i più bassi in assoluto per una roadster. I freni sono a disco autoventilanti, di serie su tutte le ruote, mentre i cerchi sono in lega di alluminio da 16 pollici. La velocità massima dichiarata è di 245 km/h grazie soprattutto alla raffinata aerodinamica della vettura, dovuta all'attento studio dei flussi in galleria del vento ed al sottoscocca rivestito, come avviene sulle vetture stradali più sportive: il CX dichiarato è pari a 0,31 (valore destinato a calare negli anni sino a 0,29). L'accelerazione dichiarata dalla Casa da 0 a 100 km/h è di 7 secondi.
Porsche dichiara sin dall'inizio che la lubrificazione del propulsore è affidata al carter secco c.d. "integrato": il carter secco è utilizzato sulle auto da competizione e sulle vetture stradali più sportive per abbassare il baricentro della vettura e migliorare la lubrificazione del propulsore in curva. In realtà il sistema utilizzato sulla Boxster non è un vero e proprio carter secco, bensì si tratta di un sistema ibrido analogo ai tradizionali e più economici carter umidi, come peraltro avviene su tutta la produzione Porsche raffreddata a liquido (con le uniche eccezioni dei modelli più sportivi quali la Porsche 911 GT3 o i modelli Porsche 911 turbo 996 e 997 mkI con propulsore da 3,6 litri con basamento derivato dalla Porsche 964).
La Boxster ripropone, praticamente identico sino ai montanti, l'avantreno della 996, compresi i discussi fari dalla forma nuova (ironicamente definiti dagli appassionati a "uovo fritto"), che verranno abbandonati con il modello 987, nonché le sospensioni anteriori con sistema MacPherson. Le sospensioni posteriori sono anch'esse derivate dal sistema MacPherson e quindi differenti rispetto alla 996, anche per via del motore centrale e non a sbalzo come sulla sorella maggiore.
Caratteristica peculiare della produzione Porsche è la presenza di uno specifico spoiler retrattile sulla coda: al fine di migliorare la tenuta di strada del retrotreno, a velocità superiori ai 120 km/h si alza, rimanendo in posizione finché il veicolo non scende a velocità inferiori a 80 km/h: pertanto a veicolo fermo o a bassa velocità resta celato alla vista, anche al fine di non modificare la linea della Boxster. Un apposito interruttore nell'abitacolo permette comunque di alzarlo o abbassarlo a piacimento.
Sin dalla prima versione propone inoltre due caratteristiche prese d'aria nella parte posteriore delle fiancate, indispensabili per alimentare il propulsore di aria fresca e permettere lo sfogo di quella calda; sono in tinta con la carrozzeria e sono poste più in alto rispetto al prototipo del 1993 per evitare di intasarsi con il fango ed altri materiali che eventualmente potrebbero depositarvisi.
Il terminale di scarico è centrale ad uscita singola ovale. La Boxster monta di serie cerchi in lega da 16 pollici (in opzione da 17).
La produzione, inizialmente effettuata dalla Porsche presso gli stabilimenti di Stoccarda per primi 30.000 esemplari circa, venne in gran parte demandata - sin dal settembre 1997 - alla finlandese Valmet Automotive a causa della elevata domanda; propulsore e cambio erano comunque prodotti per intero a Stoccarda, per essere poi inviati in Finlandia per l'assemblaggio delle vetture.
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