domenica 10 febbraio 2013

Toyota GT-One (1998)



La Toyota GT-One, (conosciuta anche come TS020), è una vettura da competizione inizialmente sviluppata per le regole Gran Turismo, ma successivamente adattata a sport-prototipo da competizione LM GTP, è stata costruita dalla Toyota per gareggiare nella celebre 24 Ore di Le Mans negli anni 1998 e 1999.

Concepita per rientrare nella categoria FIA Gran Turismo di classe uno, GT1, pur essendo in possesso di tutti i requisiti per l'omologazione in tale categoria, sostanzialmente la vettura ha ben poco da spartire con una vera Gran Turismo, è in realtà un vero e proprio sport-prototipo; il regolamento FIA Gran Turismo 1998 giudicato troppo vago e permissivo si presta a nuovi progetti sempre più arditi e sofisticati, in poco tempo si passa da vetture quasi di serie a veri e propri prototipi che rievocano il defunto Gruppo C.
Il regolamento prevedeva l'eleggibilità a vettura GT, solo se l'auto disponeva di un vano bagagli, incredibilmente la Toyota riesce a convincere i commissari tecnici dell'ACO che il serbatoio dove normalmente è stipata la benzina per la corsa, nella versione stradale sarebbe in teoria sufficiente ad ospitare un vano porta bagagli. La Toyota GT-One viene quindi costruita a Colonia, presso la struttura della Toyota Team Europe, TTE, un solo esemplare stradale viene prodotto e mai venduto, verrà messo subito in un museo Toyota.

Il propulsore scelto per spingere la vettura non è altro che il V8 di 3,6 litri biturbo che già equipaggiava gli sport-prototipi Toyota di Gruppo C. Il monoblocco e le testate sono realizzate in lega di alluminio, è dotato di 4 valvole per cilindro ed è sovralimentato mediante due turbocompressori Garrett che per regolamento hanno una pressione massima limitata, mentre sui collettori d'aspirazione sono posizionate delle flange che limitano la quantità d'aria assimilabile per la combustione interna questo per contenere la potenza massima, che si attesta ufficialmente sui 600 CV anche se molti addetti ai lavori parlano di 700 CV, sviluppati ad un regime di 6.000 giri al minuto.

Progettata dall'ingegnere André De Cortanze, già progettista a suo tempo della Peugeot 905, la GT-One ha una struttura composta da un telaio monoscocca in fibra di carbonio con inserimenti di alluminio a nido d'ape, al quale è unito il gruppo motore-cambio che svolge una funzione portante, la carrozzeria è in fibra di carbonio. La trasmissione è costituita da un cambio sequenziale a 6 rapporti con comandi al volante e la trazione è posteriore. Le sospensioni sono di tipo indipendenti, hanno uno schema a triangoli sovrapposti con puntoni diagonali (push rod) sia all'avantreno e che al retrotreno con barre antirollio regolabili, lo sterzo a cremagliera è servoassistito elettricamente, monta pneumatici Michelin su cerchi Speedline in magnesio forgiato da 18" di diametro. L'impianto frenante fornito dalla AP Racing è composto da 4 freni a disco carbo ceramici del diametro di 380 mm all'anteriore e di 355 mm al posteriore con pinze freno a 6 pompanti. Il serbatoio del carburante ha una capacità massima di 90 litri e il corpo vettura ha un peso totale di circa 900 kg.

Rispetto alle contemporanee vetture GT, la GT-One introdusse raffinate soluzioni aerodinamiche di nuova concezione. Le ruote anteriori sono scoperte anche nella parte interna, per ridurre la sezione frontale; nonostante il regolamento imponga un fondo vettura piatto nella zona compresa tra l'asse anteriore e quello posteriore, sotto il musetto è stato ricavato un diffusore che coadiuvato dagli estrattori posti lungo le fiancate espellono l'aria all'avantreno generando buona parte dell'effetto suolo; per finire una coda molto bassa e affusolata dotata di diffusore sottostante è sovrastata da un alettone largo 2.000 mm, con questa veste aerodinamica ad una velocità di 320 km/h il corpo vettura sviluppa una deportanza di circa 1.600 kg (3.520 libbre), con una resistenza all'avanzamento di 480 kg.






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